FACCIA DI STRADA di Stefano Laboragine
Unghie lunghe incorniciate di nero, giacca fredda d’inverno calda d’estate, scarpe senza lacci e talloni scoperti. Borse di plastica a proteggere coperte, rughe dense ammansite dall’acqua, capelli ingialliti dall’alito, conservato a riscaldarsi la notte.
BOLOGNA 16 novembre - "la Campagna Internazionale in difesa dei diritti umani e per la libertà di Marwan Barghouti e degli altri prigionieri politici palestinesi". Con Moni Ovadia, Luisa Morgantini e Stefano Laboragine
Messaggio del leader
Marwan Barghouti
Evento di lancio
Campagna internazionale
per la libertà di Marwan Barghouti
e di tutti i prigionieri
politici palestinesi
Robben Island - Sud Africa
27 Ottobre 2013
Caro Ahmad Kathrada e amici sudafricani,
Cari Eccellenze,
Onorevoli ospiti,
La lotta del movimento anti-apartheid ha trasformato Robben Island da simbolo di oppressione a testimonianza vivente del trionfo della libertà sulle catene, della luce sulle tenebre, della speranza sulla disperazione. Questo luogo ci ricorda il peggio di cui il genere umano è capace. Ma anche il meglio. La nostra causa è comune. La lotta per la libertà e la dignità. E i nostri nemici sono simili: l'oppressione, la negazione dei diritti, la segregazione e l'apartheid. Senza dimenticare ciò che più di tutto permette di prolungarne l'esistenza: l'indifferenza o il semplice rifiuto di agire. Mentre gli altri parlano di valori universali, di diritti umani e del diritto internazionale, noi ne siamo l'incarnazione, grazie alla nostra lotta; la difesa di questi principi passa attraverso i nostri grandi sacrifici. Ma la volontà dei popoli oppressi non può, e non sarà, sconfitta. La libertà deve prevalere in Palestina, com'è stato in Sud Africa. Nel corso della storia i popoli di tutto il mondo sono stati in grado di ottenere la loro libertà che ha prevalso contro oppressione, dominio coloniale, dittature, segregazione, razzismo e apartheid; così anche noi sconfiggeremo quest'occupazione.
Oggi possiamo utilizzare un poter enorme contro l'ingiustizia. Non è il tradizionale potere coercitivo ("hard power"), e neanche il più moderno soft power, ma il potere che deriva dall'ispirazione. La Palestina è la più universale delle cause nazionali e trae dalla vostra lotta molte lezioni: innanzitutto che la libertà non è negoziabile. La liberazione dei nostri prigionieri deve essere senza condizioni. La libertà del nostro popolo è inevitabile.
L'oppressore non fa che
fomentare tribalismo, divisioni politiche, etniche e religiose e questo al fine
di prevalere. L'unità è la legge della vittoria per i popoli oppressi; la vasta
coalizione che siete stati in grado di creare è la prova di come sconfiggere
l'apartheid. I leader delle diverse fazioni in campo, siano essi in carcere,
nella Palestina occupata o in esilio, dovrebbero completare e completarsi a
vicenda, non competere tra loro, in modo da sostenere l'unità politica del
nostro popolo e riunificare la nostra terra, esprimendo l'unità indissolubile
della nostra gente.
Non si sconfigge il
nemico, assomigliandogli. Al contrario di fronte ad un tale sistema coloniale e
razzista che diffonde la violenza, la segregazione, l'annessione e
l'oppressione, abbiamo il dovere di difendere una visione pluralista,
rispettosa del diritto internazionale e dei diritti umani, in grado di ottenere libertà, pace e convivenza.
Si deve puntare in primo
luogo sulle persone e la loro mobilitazione. È stata la disobbedienza civile, la
vostra resistenza sul campo che ha avuto il più importante effetto di
trasformazione verso la fine del regime dell'apartheid.
La comunità internazionale
ha l'obbligo politico, morale e legale di agire in difesa della giustizia, di sostenere
e promuovere il diritto internazionale e i diritti umani. Questa responsabilità
ricade sui governi, sui rappresentanti eletti, sulle organizzazioni per i
diritti umani, i movimenti della società civile, dei sindacati e su ogni
singolo cittadino. Il movimento internazionale BDS è stato determinante nel
mettere sufficiente pressione sul governo sudafricano e far si che cambiasse le
sue politiche, e cominciasse a cooperare con il movimento anti-apartheid per finalmente
porre fine all'apartheid stesso e contribuire alla creazione di un Sudafrica
democratico e non-razzista. De Klerck ha fatto delle scelte storiche, ma sicuramente
alla radice delle sue decisioni c'è stata la pressione internazionale e la
resistenza sul terreno.
Solo quando il governo
dell'apartheid ha reso pubblica la sua decisione di porre fine all'apartheid e l'ha
messa in pratica, anche attraverso la liberazione di Mandela e di tutti i
prigionieri, solo allora sono iniziate le trattative tra i vecchi nemici divenuti
partner di pace. Ha per caso il governo israeliano mostrato una chiara volontà
di mettere fine alla sua occupazione, agendo di conseguenza? Ogni nuova unità
di insediamento costruito, ogni casa demolita, ogni arresto e incursione ci
fornisce una chiara risposta. È evidente che non vi sia nessun De Gaulle, e che
un De Klerck non appaia ancora in vista in Israele. E l'impunità israeliana non
fa altro che posticipare l'arrivo della pace.
Ma la vostra lotta non
deve semplicemente essere di insegnamento per noi. Da essa dobbiamo attingere
anche la profonda convinzione che ottenere la libertà e soddisfare la nostra
legittima ispirazione all'indipendenza e al ritorno è possibile. È questa
l'unica strada da percorrere per raggiungere la pace e la sicurezza per tutti i
popoli della regione. Sappiamo che la vittoria ci aspetta, in quanto
l'aspirazione alla libertà nel nostro cuore è più forte dell'odio nei cuori
dell'occupante e del potere coloniale. Il trionfo della libertà e della dignità,
della giustizia e dell'indipendenza in Palestina, il ritorno dei nostri
profughi, il rilascio dei prigionieri palestinesi ci sapranno dimostrare che la
comunità internazionale è in grado di difendere i valori universali e la
legalità internazionale nel mondo.
Un giorno sarò in grado
di visitare quel luogo, quale uomo libero, cittadino di un paese libero, e con
la libertà quale mio orizzonte. Mi viene in mente un grande uomo, che non solo
ha visto che all'orizzonte, ma che l'ha plasmato insieme ai suoi compagni di
lotta, anche da dentro il carcere; il grande Nelson Mandela, il cuore del
vostro potere d'ispirazione.
A mio nome e a nome dei
5000 prigionieri politici palestinesi, e del popolo palestinese tutto, sia in
patria che in esilio, permettetemi di ringraziare tutti coloro che hanno reso
questo evento e il lancio di questa campagna possibile; in particolare i membri
del Comitato internazionale di alto livello che hanno accettato di utilizzare
il loro peso politico e morale a sostegno di questa importante causa. Permettetemi
qui di ricordare e onorare la memoria di uno di questi membri, Stéphane Hessel,
che è sempre stato in prima fila nella difesa dei diritti umani in tutto il
mondo, nonché Presidente Onorario del Tribunale Russell sulla Palestina.
Un ringraziamento speciale spetta al signor Kathrada e alla sua Fondazione. È un atto onorevole mobilitarsi contro l'ingiustizia quando si è una delle sue vittime. È ancora più ammirevole farlo quando non si è vittima di quell'ingiustizia, che invece ricade su altri. Mr Kathrada, è un privilegio avere lei e tutto ciò che lei simboleggia, quale anima di questa campagna. Scrivo queste parole, dopo aver letto il suo libro e dopo aver vissuto, da dentro la mia cella, attraverso le sue parole, la sua sofferenza, istante per istante. Ho seguito attraverso le pagine del suo libro la lotta del Sud Africa per la libertà, come ho fatto durante la lettura del libro di Mandela. Ho visualizzato questo luogo di oppressione, trasformato attraverso la vostra lotta in un faro, che ci mostra la via da seguire. Non è un caso se la Conferenza Internazionale "Libertà e Dignità " tenutasi in Palestina ha avuto luogo il 27 aprile. Ho scelto proprio quella data in modo che coincidesse esattamente con il Giorno della Libertà del Sud Africa. Come ospite d'onore, il signor Kathrada suggerì il lancio di questa campagna, e insieme alla sua Fondazione ha lavorato senza sosta durante gli ultimi 6 mesi per trasformare questa potente idea in realtà. Quello che sta accadendo qui oggi è un punto di svolta nello sforzo internazionale a sostegno della libertà dei prigionieri palestinesi e del popolo palestinese tutto. Questa campagna avrà fine solo quando tutti i prigionieri politici palestinesi saranno liberi, e sono fiducioso sulla possibilità di poter festeggiare un giorno insieme la libertà dei prigionieri e la libertà della Palestina.
Permettetemi infine di
dire qualcosa a tutti voi: quando vi verrà chiesto da che parte state,
scegliete sempre la parte della libertà e della dignità contro l'oppressione,
dei diritti umani contro la negazione dei diritti, della pace e della
convivenza contro l'occupazione e l'apartheid. Solo così si può servire la
causa della pace e agire per il progresso dell'umanità.
Marwan Barghouthi
Cella n°28
Prigione di Hadarim
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